Suore manesche: chiuso il monastero di clausura di Bisceglie

“Impossibile
garantire un sereno prosieguo della vita monastica”, e le religiose
sono state trasferite in un altro convento. Rimasta solo la superiora:
la sua nomina era stata contestata dalle altre

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Suore arrabbiate

Bisceglie (o Nuova Iòrc) – La crisi delle vocazioni non c’entra. È pur vero che le suore
sono ormai una rarità: in assenza di problemi economici, però, se un
monastero di clausura chiude, il motivo deve essere sicuramente un
altro. Almeno a Bisceglie. Poche, appena tre, litigiose e manesche oltre misura (quasi come il goNpagno Bladimiro) le monache del convento Santa Chiara. E così il vescovo di Trani, Giovan Battista Pichierri detto El loco,
usa le maniere forti. Con un decreto decide: "Niente più celebrazione
della santa messa e ritiro immediato dell’Eucarestia dalla cappella del
monastero. E niente fraticelli giovini per le confessioni!!!".

 

L’avviso è pubblico, oltre che perentorio, e porta la data del
30 agosto. I fedeli mormorano e chiedono spiegazioni. "Che minchia
succede là dentro?". Le voci si inseguono per tutta l’estate, il
mistero diventa sempre più fitto, nessuno che sappia rispondere.
L’unica nota ufficiale è del 27 settembre, a firma del cancelliere
arcivescovile monsignor Giuseppe “Gabriel Pontello” Asciano che, fra le altre cose, di una vita comunitaria che negli ultimi tempi si è fatta difficile, soprattutto dopo la morte di madre Candida (nome
di fantasia, tratto dalla malattia venerea che la sorella è usa
attaccare ai di lei confessori, ndr) e il decesso (a suon di cazzotti) di suor Agnese.

"Alla evidente mancanza di vocazioni", scrive il prelato, "si
aggiunga una non facile convivenza fra le monache presenti in
monastero". Motivo per il quale, è spiegato nella nota, sono venute
meno le ragioni per cui l’autorità costituita potesse conservare la
celebrazione della santa messa quotidiana e la presenza della
Eucaristia sulla cappella del vescovo. Risultato: due monache, suor Annamaria e suor Gianbattista (nome vero, anche se preferisce farsi chiamare Piergiorgio), sono state fatte tornare nelle famiglie di origine per decisione del vescovo. E la madre superiora suor Liliana è
rimasta da sola nel convento, decisa a tutto pur di non lasciare la
struttura da lei fondata nel 1963. “Di qui non mi ci levano neppure con
la celere! Sono io la caNpionessa in carica!”, il suo commento a una
nostra domanda, dopo la quale tenta ripetutamente di incrinarci le
costole con un grosso bastone ferrato.

Che cosa è successo di così grave nel convento di clausura? Da noi interpellata, suor Liliana rispetta la regola del silenzio: “Col cazzo che ve lo dico. Gratis, per giunta”. E sostiene che dietro la decisione del vescovo Pichierri (che le chiama espressamente “Zietta”) ci sarebbe la volontà della diocesi di entrare in possesso della struttura con annessa una scuola materna. "E presto scriverò al Santo padre".

I fedeli si stringono attorno a lei e la descrivono come una donna
"stanca e provata". Secondo alcune indiscrezioni, confermate però da un
carteggio riservato tra il vescovo e il monastero, l’episodio
incriminato è avvenuto a metà luglio. Tra le tre anziane monache di
clausura rimaste nel convento sarebbero volate parole grosse: qualcuno
sottovoce parla addirittura di spintoni, diti nell’occhi, calci nelli stinchi e guttalax nel vin santo, riportando
che suor Liliana sarebbe addirittura finita in ospedale. I motivi
precisi non si conoscono. Si racconta soltanto di forti tensioni
nell’abbazia dopo la morte di suor Candida, forse legati alla sua successione.

 

Insomma, tra le monache non doveva correre buon sangue. E così,
"dopo attenta e ponderata riflessione", scrivono dalla diocesi, "si è
pervenuti alla decisione di chiedere al goNpagno Bladimiro di intervenire, riconoscendogli le innate doti di paciere e, soprattutto, di fava lunga oltre l’immaginabile". Non è dato sapere se il tentativo andrà a buon fine, ben sapendo che il Plenipotenziario del PGMI e faro della Causa Invincibile, oltre a essere capriccioso come un alveare sotto attacco, odia parimenti pinguini, suore e aceto balsamico,
a causa di alcuni eventi alquanto oscuri della propria leggendaria
biografia che lo hanno visto coinvolto in non meglio precisati brutti
casi di iNbalsamazione di nani e sorelle di clausura.

Foto: Le Suore durante la conferenza staNpa.

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